ARTE IN SANTUARIO
Statua della Madonna
La statua della Madonna è il fulcro della storia religiosa del santuario. Siamo all’incirca nella prima metà del 1400, periodo in cui l’arte lombarda è particolarmente dedita alla scultura e all’intaglio in terracotta. Gli studiosi, che hanno rilevato l’attività di due mani, non sanno però identificare con precisione la provenienza dell’artista, anche se si è pensato ad un’area emiliana – lombarda.
Ella ha una sua austera e severa bellezza, ci guarda maestosa dall’alto, ma nello stesso tempo ci appare dolce e perfetta nei lineamenti del volto, incorniciato da mossi capelli lunghi fino alle spalle. Sul braccio sinistro tiene Gesù Bambino e con la mano destra gli sfiora teneramente il piedino. Oggi la vediamo indossare una veste rossa, colore per indicare l’umanità della Vergine, e un manto di colore blu, simbolo della componente divina presente nella Madonna, simile ad un cielo pieno di stelle dorate. I colori attuali sono il risultato di una recente pulitura che ha svelato la finezza e la luminosità della decorazione pittorica. Nella nicchia la Vergine, sotto lo sguardo stupito di alcuni devoti, è accompagnata da una schiera di frati Cappuccini, che Lei stessa chiamò a custodi del Santuario.
Tela dell'Ascensione
Nella terza cappella di sinistra si trova il dipinto dell’Ascensione, datato 1593 e firmato Giovan Battista Trotti, detto il Malosso, pittore cremonese attivo nella provincia di Lodi.
La scena è divisa in due: nella parte bassa della tela sono disposti a semicerchio gli undici apostoli e Maria; in alto domina lo spazio la figura di Gesù che, circondato da coppie di cherubini, sta per ascendere al cielo verso Dio Padre, qui rappresentato da una forte luce che scende dall’alto. La mano sinistra e gli occhi sono tesi verso il cielo, mentre la destra è rivolta verso il basso, nell’atto di benedire e ricordare la sua vicinanza agli apostoli.
La tela si trovava sull’altare maggiore ed era sicuramente di grande effetto, riuscendo nell’intento di ricordare ai fedeli che visitavano il santuario, sia la dedica dello stesso all’episodio dell’Ascensione di Cristo, sia la presenza della Madonna come protettrice del luogo.
Il tabernacolo
Deposizione
Gli affreschi della volta
In virtù dell’accaduto, la cappellina dove era stata collocata la statua del vasaio appariva ora troppo insicura e inadatta a contenere una tale immagine santa. Furono probabilmente i Confratelli Disciplinati di Santa Marta a suggerire di trasportarla in un luogo più sicuro, degno e soprattutto più vicino all’abitato, ovvero nella chiesa di Sant’Antonio abate. La statua fu perciò trasferita con una processione, ma gli avvenimenti successivi dimostrarono che questo non rientrava nei progetti del Cielo. Infatti, nella notte, la Madonna ritornò a San Salvario (secondo la tradizione popolare accompagnata dagli angeli) e la mattina fu ritrovata là, nella sua nicchia. Il medaglione di Paolo Zambellini mostra il momento del ritorno alla nicchia. La Madonna, con in braccio il Bambino e rappresentata su una nuvola, è diretta verso la piccola cappella isolata e immersa nel verde. A farle compagnia sono quattro angeli. Sullo sfondo si vede il sentiero percorso dalla statua e, ancora più in là, il paese di Casalpusterlengo. La composizione è semplice, essenziale e molto chiara, adatta ad essere guardata da una notevole distanza, così che l’occhio dello spettatore non si perda e colga subito l’episodio rappresentato.